Centro Sollievo di VITTORIO VENETO
Come e perché sono nati i Centri Sollievo nel territorio dell’Ulss7?
Con il progetto sperimentale, predisposto secondo le indicazioni regionali (DGR n. 1873 del 15 ottobre 2013) e condiviso con il Coordinamento Volontariato Sinistra Piave e la Conferenza dei Sindaci e l’Ulss 7, si è avviato un percorso finalizzato a dare una risposta alle persone affette da morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza, ma anche alle loro famiglie, questo nelle prime fasi della malattia, attraverso l’attivazione di gruppi di volontari che, su base comunale e costituiti in rete, offrissero interventi di accoglienza diurna per alcune ore la settimana presso spazi dedicati.
Il 31 marzo 2014 veniva avviato il progetto “Fare rete per i Centri Sollievo” e in poco tempo sono stati attivati, nel territorio dell’Ulss 7, tre Centri, distribuiti per aree territoriali omogenee (Quartier del Piave, Coneglianese e Vittoriese), aperti due mattine a settimana, gestiti da volontari opportunamente formati e coordinati, che operano con un programma di attività di tipo ludico e socializzante teso a favorire l’accoglienza delle persone. La metodologia di lavoro scelta è stata quella della co-progettazione con tutti gli stakeholder presenti nel territorio: associazioni di familiari, associazioni di volontariato e servizi sociosanitari.
In quale contesto sociale e sanitario si inseriscono i tre Centri Sollievo?
La malattia di Alzheimer e le altre forme di demenza costituiscono un problema medico e sociale di rilievo crescente. Negli ultimi anni si sta assistendo ad un costante e progressivo aumento dell’indice di invecchiamento della popolazione. Nel comuni dell’Ulss 7 oltre il 20% dei cittadini ha più di 65 anni e si stimano circa 3.000 persone affette da patologie legate al decadimento cognitivo.
Dal momento che le terapie farmacologiche attuali non sono risolutive per la malattia, la ricerca geriatrica e gerontologica, in tutto il mondo rivolge parte della sua attenzione alle problematiche inerenti al “caregiver” (persone/familiari che si prendono cura dell’ammalato). Circa l’80% dei malati viene assistito a domicilio dai familiari fino alle fasi avanzate di malattia e, a causa della progressività, irreversibilità e prolungata “care” di questa patologia, i caregiver sono sottoposti ad un notevole carico, sia in termini di stress psicologico ed emotivo, che di fatica fisica, di costi sociali ed economici. Ed emerge con sempre maggior forza la richiesta di aiuto per alleviare il loro stress e non è nemmeno secondario il problema dei costi di questa malattia che ricadono per la maggior parte sulla famiglia. Proprio partendo da questi dati si comprende come sia importante aumentare il sostegno agli attori coinvolti con particolare attenzione ai caregiver, anche attraverso forme innovative come quelle dei Centri Sollievo con la loro caratteristica di essere un supporto “friendly”, non specialistico, ma non per questo meno efficaci.
Quale apporto hanno dato e stanno dando nel sostenere le persone affette da decadimento cognitivo e le loro famiglie?
Sono contributi senz’altro positivi, sotto più punti di vista.
Per le persone e le loro famiglie i Centri Sollievo rappresentano un luogo accogliente nel quale volontari, preparati e formati al rapporto e all’assistenza, accolgono la persona con decadimento cognitivo per qualche ora al giorno e/o per qualche giorno la settimana. Un luogo dove vengono svolte attività di socializzazione e stimolo per le abilità cognitive residue, adeguate alle condizioni di salute degli ospiti e al grado delle loro abilità residue, ma soprattutto permettono alle famiglie di avere spazio per un recupero di energie. Sono “oasi di accoglienza” che possono generare benessere sia per i malati che per le loro famiglie, supportandole nel carico assistenziale.
Inoltre, di fronte ad un aumento della popolazione anziana e di fronte a patologie degenerative, quali la demenza, le azioni da mettere in atto per dare sostengo alle persone ammalate e alla famiglie che le accudiscono devono essere frutto di sinergie tra istituzioni ed associazioni, tra soggetti deputati per legge all’assistenza e il mondo del volontariato. L’esperienza dei Centri Sollievo ha certamente favorito il rafforzamento tra il mondo del volontariato e i servizi sociosanitari favorendo una preziosa sinergia in grado di offrire dei momenti di “pausa” ai familiari dal costante impegno di assistenza e dall’altro svolgono una funzione integrativa con quanto i servizi sociosanitari oggi sono in grado di garantire ad un numero importante di persona con decadimento cognitivo (circa 1.900 all’anno). Vorrei ricordare in tal senso l’attività quotidiana svolta dal Centro specialistico per il decadimento cognitivo dell’Unità operativa di geriatria di Conegliano, dall’ambulatorio specialistico distrettuale per le demenze (che opera a supporto delle Unità di valutazione multidimensionale distrettuale per l’approfondimento delle problematiche comportamentali inerenti all’accesso all’impegnativa di cura domiciliare), dai Centri diurni per non autosufficienti o di residenzialità temporanea o a lungo termine presso i centri di servizio per anziani non autosufficienti.
Qual è il ruolo dell’Ulss 7 in questo progetto?
L’Ulss ha la funzione di controllo e di monitoraggio delle attività svolte dai Centri Sollievo. Attraverso i propri professionisti (medico geriatra, psicologo e assistente sociale), l’azienda sanitaria è impegnata a promuovere incontri informativi rivolti alla popolazione sul tema del decadimento cognitivo, a garantire la formazione e la supervisione dei volontari impegnati nei Centri Sollievo, a partecipare alle azioni di promozione e sviluppo degli stessi in sinergia con gli enti (Regione, Comuni, Conferenza dei Sindaci) e la rete del volontariato.
L’Ulss inoltre ha il compito di finanziare le attività dei Centri Sollievo mettendo a disposizione delle associazioni coinvolte i fondi appositamente trasferiti dalla Regione del Veneto che, ricordiamo, ha voluto fortemente l’avvio di queste innovative esperienze di sostegno alle persone con decadimento cognitivo e alle loro famiglie attraverso il volontariato.
Come si relaziona l’Ulss 7 con il volontariato sociale, “braccio operativo” dei Centri Sollievo?
Il progetto prevede un tavolo di coordinamento composto dai diversi soggetti coinvolti (Ulss, Comuni, Conferenza dei Sindaci e associazioni di volontariato) che ha il compito principale di garantire l’esecuzione del progetto complessivo coordinandone le diverse fasi operative. Nell’ambito del tavolo di coordinamento, il volontariato ha un ruolo decisamente importante. La gestione dei Centri, infatti, è affidata ad associazioni che hanno condiviso l’impegno progettuale e che si sono impegnate direttamente a garantire l’esecuzione delle attività dei centri sollievo.
Con il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della Sinistra Piave e con le due associazioni di volontariato direttamente coinvolte (Fabrizio Viezzer di Farra di Soligo e Medi@età di Vittorio Veneto), l’Ulss 7 ha stipulato apposite convenzioni per assicurare al meglio lo svolgimento delle attività definendo i reciproci impegni.
Quali riscontri avete avuto da pazienti e famigliari?
I riscontri sono più che positivi. L’invito che ci viene fatto è quello non solo di dare continuità alle attività finora svolte, ma cercare di incrementarle. Un invito che ci ha portato a riflettere sugli obiettivi di questa seconda fase di attività dei Centri Sollievo. Sono inviti stimolanti, come lo sono le continue testimonianze di molti anziani che frequentano i Centri Sollievo che trovano nei centri un’occasione di socializzazione e uno stimolo per mettere in atto le abilità cognitive residue e rallentare di conseguenza il loro deterioramento cognitivo. Comprendiamo quanto sia importante questo aiuto offerto da “personale non professionale”, volontari formati e motivati a prestare semplice assistenza e supporto relazionale ed emotivo.
L’attivazione dei primi tre Centri è avvenuta in via sperimentale: a distanza di un anno e mezzo gli obiettivi sono stati raggiunti? E quali sono le prospettive future?
Sulla base dei risultati positivi ottenuti in questo anno e mezzo di attività, si è ritenuto utile non solo dare continuità all’esperienza dei tre Centri Sollievo già attivati, ma anche cercare di rafforzare con più incisività la progettualità dei Centri attraverso una serie di azioni che la Direzione sociale dell’Ulss ha condiviso direttamente con le associazioni Fabrizio Viezzer onlus e Medi@età e con il Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della Sinistra Piave ai quali rimane affidato il compito di gestire i Centri Sollievo.
Gli impegni che abbiamo condiviso per questa seconda fase sono:
- ampliare l’offerta dei Centri nel territorio dell’Ulss 7 con l’apertura di un quarto centro a Codognè;
- aumentare il numero delle giornate di apertura dei Centri Sollievo;
- favorire la partecipazione degli ospiti integrando il servizio di trasporto, nei casi in cui ciò si renda necessario;
- consolidare gli incontri di condivisione con il gruppo dei familiari;
- garantire la formazione dei nuovi volontari coinvolti per l’attivazione del 4° Centro Sollievo, ma garantire anche l’aggiornamento dei volontari già coinvolti negli altri tre Centri;
- promuovere incontri informativi rivolti alla popolazione nel territorio dei 28 Comuni e partecipare agli eventi sociali promossi nel territorio, come la Festa delle Associazioni, la Giornata Internazionale per l’Alzheimer, la Festa della Famiglia;
- aggiornare la guida ai Centri Sollievo e mettere in rete la biblioteca tematica tra le associazioni Fabrizio Viezzer onlus, Medi@età e Famigliari Alzheimer onlus;
- incentivare la partecipazione dei giovani per valorizzare l’impegno personale e creare opportunità di condivisione e scambio tra generazioni.
Insomma, ci farebbe piacere continuare in questa nostra bella avventura con la consapevolezza che è possibile favorire processi di corresponsabilità e condivisione con i soggetti attivi di una comunità solidale, e sperimentare con loro modalità di accompagnamento innovative favorendo luoghi d’incontro e di sollievo per poter assieme migliorare per quanto ci è possibile la qualità di vita delle persone con decadimento cognitivo e delle loro famiglie che vivono nelle nostre comunità.
Ci troviamo il
Martedì e Giovedì
ore 9.00 – 11.45
(presso Centro Diurno Associazione La Porta)
Via Mariotti, 42
VITTORIO VENETO